Cosa sono le Ferite Emotive?
Come in ogni mio articolo, o meglio ancora, in ogni lettera che scrivo a me stessa e poi a voi, parto sempre dal solito principio fondamentale che nulla esiste fuori, ogni situazione che vivo, ogni persona che ho incontrato e che incontrerò sono una proiezione di ME e di ciò che penso di ME.
Ma cosa sono queste ferite emozionali? Personalmente ne avevo sentito parlare, ma per un gran pezzo della mia esistenza (40 anni) le ignoravo completamente e invece di affrontarle le sotterravo nella speranza che un giorno sarebbero scomparse.
Ma ciò che sotterriamo è destinato prima o poi a tornare fuori e con una potenza così grande che nemmeno immaginiamo.
Così è stato per me, e nella mia piccola esperienza, vi posso garantire che quando riaffiorano fanno male e hai solo una scelta:
guardarle dritte negli occhi.
Cinque ferite, un piccolissimo numero se pensiamo alla matematica, ma vi garantisco che sono sufficienti per rovinare tutta la nostra esistenza.
- RIFIUTO
- ABBANDONO
- UMILIAZIONE
- TRADIMENTO
- INGIUSTIZIA
Parlo sempre e solo per esperienza personale e ciò che racconto e scrivo fa parte della mia esperienza vissuta e come sono riuscita a superarla.
Mentre ero rinchiusa in casa, come tutta l’Italia del resto, a Marzo cominciai a scrivere, perché era l’unico modo per restare ancorata durante una situazione mondiale devastante.
Il 7 Aprile la mia penna cominciò a scrivere… Vi riporto un intero capitolo perché dentro ad esso sono racchiuse molte FERITE EMOZIONALI, forse TUTTE.
#SICHIAMAVAUGO
Cari Amici, perché lettori, ancora mi fa strano anche solo pronunciarlo… penserete che oggi vi voglio raccontare la storia del mio vecchio cane che se n’è andato lasciandomi un vuoto enorme…Ho sempre pensato che “UGO” fosse un nome da attribuire ad un animale domestico…invece NO.. lui era mio PADRE.
Ero una bambina, come lo siamo stati tutti del resto, e la bellezza di quegli anni è che tutto è concesso, tutto è una magia, sogni in grande e ti aspetti che la vita sia meravigliosa e piena di colori. Poi ad un certo punto ti ritrovi grande, sei cresciuta e quello in cui credevi è scomparso.
Ho sempre pensato che un padre fosse una figura “forte”, capace di sorreggerti in ogni situazione che la vita ti metteva davanti. Ho sempre immaginato la mia piccola mano dentro la sua grande, che mi avrebbe protetto e che accanto a lui io sarei stata al sicuro.
Ma a volte, ciò che ti aspetti, non è poi quello che ti accade e ad un certo punto devi fare i conti con tutte quelle emozioni che ti sei tenuto dentro e che ad un certo punto bussano alla porta.
In queste pagine racconto di TE, perché ho una speranza: RICORDARMI CHI SEI.
Sto cercando di mettere insieme i pezzi, decidere da dove partire, da dove cominciare, i ricordi sono annebbiati, i ricordi lontani, ed io cerco di farmi spazio nei ricordi e trovarti. Eri mio padre, ed io ero tua figlia.
Cerco di percorrere nella memoria momenti in cui io ti ho vissuto. Immagino una fotografia annebbiata, dove siamo insieme ma dove i volti sono sfocati e le immagini sbiadite. Perché io non ti ricordo?? Ho semplicemente cancellato dalla memoria? Oppure eri così assente che la mia mente non riesce a collocarti?
Ognuno di Noi ha una storia da raccontare, e spesso la storia del genitore assente è più comune di quanto possiamo immaginare. Ma ognuno ha la sua storia e soprattutto il proprio modo per superarla.
Sei nato 11 agosto del 1942 e sei del segno del Leone, abbiamo lo stesso segno zodiacale, e questo è il primo punto in comune.
Prima di raccontarvi la mia storia, così la racconterò veramente anche a me stessa, voglio mettere in pratica il metodo della gratitudine e elencare 10 buoni motivi per cui esserti grata.
Grazie Babbo, se sono al mondo è perché tu sei esistito, senza di te io non sarei in questo mondo a vivere la mia Vita.
Grazie Babbo, perché sei stato fonte della mia crescita interiore.
Grazie Babbo, perché ho le tue fossette e sono una caratteristica che amo molto di me e mi ricordano Te.
Grazie Babbo perché mi hai insegnato a pescare
Grazie Babbo perché ho i tuoi occhi grandi e languidi
Grazie Babbo, amo la musica ed è qualcosa che ho imparato ad apprezzare da piccola quando ci mettevano in terrazza a cantare
Grazie Babbo, nonostante fossi un eterno “peter pan”, avevi un animo gentile, eri buono, forse troppo, a volte ingenuo…in dei momenti io mi ci rivedo…ma è ciò che le persone amano di me, la mia gentilezza d’animo.
Grazie Babbo, perché è grazie alla tua assenza che io mi sono ri-costruita
Grazie Babbo, perché è sempre grazie anche a te che ho un fratello e questo mi fa sentire meno sola
Grazie Babbo, perché hai sposato la mamma e insieme avete provato, per quanto poi siate stati in grado di fare, di tirare su una famiglia. Ognuno di noi fa quel che può.
Grazie Babbo, mi hai salvato la vita
Se ripercorro a ritroso la mia infanzia, sono onesta, io non ti ricordo. E questo mi fa male anche se oggi ho la consapevolezza che anche la “tua figura” io l’ho scelta perché potesse la mia anima evolversi e affrontare tutti quegli ostacoli che ci servono per passare di “livello”. Ma lo dico oggi, ho 40 anni e ho lavorato molto su me stessa. Questo pensiero era tanto diverso qualche mese fa.
Tornando indietro, voglio ripercorrere ciò che mi ha fatto arrivare al punto in cui sono oggi. Sono stata arrabbiata con te, ti ho addossato grandi colpe, ho pensato di essere stata poco importante, in dei momenti ho addirittura pensato che non volevi che io venissi al mondo. Perché come si può essere genitore e non prendersi cura dei propri figli? Come possiamo non amarli? Come facevi a non sentire il bisogno di farmi crescere e portarmi con la tua mano grande verso ciò che era giusto?
Ci sono frammenti, attimi, in cui mi torni alla memoria…flash di vita passata insieme a te.
Mi ricordo come ho scritto anche prima, che mi hai insegnato a pescare, mi hai fatto amare la musica, mi ricordo che raccontavi barzellette a tavola e facevi le imitazioni, ricordo che a tavola facevi i dispetti alla mamma e lei si arrabbiava e ti dava del “cretino” e dello “ scemo”.
Mi ricordo che mi hai insegnato a giocare a carte, che mi portavi tutte le sere le caramelle, forse per colmare il fatto che non eri mai in casa e la mamma era sempre sola.
Eri sempre al circolo, giocavi a carte, fumavi come un turco oltre al fatto che bestemmiavi di continuo, vivevi in mezzo ai vecchi, avevi poca cura di te stesso, sembravi molto più vecchio della mamma, eri giovane perché io ero una bambina, sembravi mio NONNO.
Poi quando avevo 12 anni, la mamma ti ha lasciato. Avevamo una casa, che la mamma aveva acquistato con tanti sacrifici, tu non ti sentivi pronto a grandi responsabilità, sei stato sempre poco pronto a “vivere” e la vita ti faceva letteralmente paura. Mi sono trovata, insieme a mio fratello, in una casa in affitto, in una zona che non mi piaceva affatto, lontana dai miei amici e dai miei affetti, scatoloni messi lì, era già il mio 3 trasloco. E anche quel periodo è buio, qualche giorno fa, ho chiesto alla mamma se ci venivi a trovare, perché non ricordavo neanche che tu venissi. Poi lei mi ha fatto ricordare alcuni momenti, mi ha detto che venivi a trovarmi e stavi lì con noi. Ricordo ben poco.
Eppure ero già grande…a volte mi sembra di aver dimenticato quel periodo della mia vita, quasi cancellato dalla memoria. Nel frattempo io crescevo.
Mi ricordo che promettevi a noi e alla mamma che ci avresti conquistato di nuovo, promettevi alla mamma che gli avresti comprato una casa nuova, più grande e più bella; parlavi di grandi progetti per il futuro. Sembrava quasi che tu ci credessi in fondo…forse lo speravi, lo sognavi, perché poi alla fine è successo un gran casino.
Ti sei messo in società con persone sbagliate, la tua ingenuità e leggerezza ti ha fregato letteralmente. Ti hanno messo nel mezzo, qualcuno ha sporcato il tuo cognome, e di conseguenza anche il mio, il sogno di diventare poliziotta è sfumato. Non potevo accedere al concorso, il mio COGNOME me lo impediva.
Però so che nella tua ingenuità il tuo animo era “nobile” e hai fatto ciò che hai potuto per proteggerci, e quando ce ne è stato bisogno, l’hai fatto.
C’è stato un momento, in cui ero ormai grande, ho saputo che il tuo cognome è stato sporcato per salvare la vita mia e di mio fratello… Beh questo è sicuramente un buon motivo per cui io ti sarà grata per il resto della mia VITA.
Tutto questo però ha portato te alla depressione più totale, ricordo un periodo, dove dopo aver scoperto tutto questo, io mi sono avvicinata a te nuovamente. Eri cambiato, ancora di più invecchiato. Ho scoperto che ti eri nascosto per molti anni, perché ti vergognavi. Dopo la caduta di stile e dopo il fallimento tu eri completamente senza soldi e solo. Ho scoperto che mangiavi acqua e crackers e quando ci incrociavi ti nascondevi dalla vergogna.
Poi sei riuscito a trovare un lavoro, in un garage, e anche se non era il massimo, mi ricordo che venivo lì da te e si mangiava la pizza insieme.
Nel frattempo, gli anni passavano, ed io diventavo sempre più grande, e ti sei perso molto di ME.
Il mio primo amore, il mio primo giorno di scuola, il mio primo incidente, lentamente io crescevo e tu eri sempre più lontano.
Poi un giorno mi chiamano, tu sei in ospedale. Avevi provato a toglierti la vita. Avevi ingerito candeggina, ti hanno ripreso per i capelli.
Sei stato molto in ospedale, venivo a trovarti spesso, e un giorno io ti chiesi qualcosa:
“vivi per me, sì forte per me, promettimi Babbo che vivrai per starmi vicino… e tu con la tua vocina ancora stanca mi guardasti negli occhi e pronunciasti 3 parole: “te lo prometto”.
Piano piano ti sei ripreso, sei tornato a stare nella casa popolare dove vivevi con la nonna, ed io venivo spesso a trovarti, avevi comprato un cane ma eri triste e la vita ormai per te era una lunga sofferenza in attesa di passare oltre.
Ho cercato di farti compagnia, avevo solo 20 anni, e mi piaceva anche uscire con le amiche, uscire con il fidanzato, la scuola, le vacanze e poi lavoravo di già per portare i soldi a casa.
Gli ultimi periodi, mi ricordo solo che stavi fisso alla televisione, io venivo a portarti la spesa, tu fumavi le tue nazionali senza filtro e parlavi poco.
Era sempre più difficile sostenere quei momenti, quel poco di Te era svanito. Non c’eri più.
Poi un giorno, la notizia. Il babbo si è impiccato.
Mi ricordo che ho fatto cadere il telefono a terra, tutto è diventato nero. La promessa era stata infranta. Io non ero stata la tua forza, io non ti avevo salvato, io non ero stata così importante da darti la forza di rimetterti in gioco e salvarti. Io avevo fallito, il peso è stato così grande che ancora, se ci penso, ho un forte dolore al petto.
E per tantissimi anni, io mi sono sentita rifiutata, sentivo di meritare di avere accanto solo chi poteva ferirmi, perché dovevo essere punita perché se ti eri ucciso era colpa mia.
Se fossi stata più importante, saresti ancora vivo??? Mi sono domandata tante volte dove avessi sbagliato come figlia e cosa avrei potuto fare ancora per tenerti li.
Poi ho capito.
Non era colpa di nessuno.
Ho sempre visto solo un lato della medaglia e mai mi ero soffermata su di te. Ad un certo punto, si parla di pochi mesi fa… tutto è stato più caro.
Mi sono posta domande diverse e sono arrivate risposte diverse, risposte che aspettavo da quasi 20 anni.
Mi sono immaginata che cosa puoi aver provato, eri consapevole di aver fatto una promessa e oggi capisco quanto sia stata dura per te infrangerla.
Cosa puoi aver provato prima di morire? Pensare che sia stato il tuo ultimo pensiero.
Avevo solo 20 anni, non avevo chiaro quanto fosse sbagliato chiederti una cosa del genere…Questa promessa ci ha tenuto sospesi per molti anni, io nella vita terrena e tu come anima.
Qualche mese fa ero in meditazione, ero la prima volta che provavo a farla seriamente. Ero serena e rilassata.
Qualcosa di straordinario è avvenuto dentro di me.
Mi ricordo di aver parlato con te e subito dopo ho preso carta e penna, avevo paura che addormentandomi avrei dimenticato tutto.
Scrissi queste parole:
26 gennaio 2020:
Ero solo una ragazzina, una promessa infranta, un giuramento, io non ero riuscita a salvarlo. Lui è morto e mentre lui moriva il mio credo si è inciso nel profondo. Ma quello che oggi sento è che cosa può aver provato infrangendo quella promessa. Moriva pensando che aveva promesso di vivere per me. Mentre io non lo salvavo alla morte, lui se andata per sempre da questa vita con un ricordo indelebile.
Adesso io l’ho visto, ho visto il suo viso dopo così tanti anni, ho visto il suo volto di nuovo e mentre ero ad occhi chiusi, i miei occhi pieni di lacrime, ho sentito la mia voce, lo stavo chiamando, lo stavo cercando e tutto era buio.
L’ho abbracciato e gli ho detto che era tutto apposto, io mi sentivo amata, lui poteva andare oltre. C’era uno strano rumore .. credo fosse l’acqua.. lui amava pescare e me l’ha insegnato. Ero lì con lui.. eravamo di nuovo li… su quel lago e lo potevo sentire ancora, ancora e ancora….tutto quell’amore…
So che oggi è successo qualcosa di straordinario in me…e lui se ne è andato via…credo fosse per la prima volta, dopo tanto tempo felice.
Quel senso di dolore mi pervade ma mi fa sentire libera perché so che ci siamo liberati da un legame che non si era ancora spezzato e che ti teneva “sospesi” tra la vita e la morte.
Adesso lui non si sentirà più in colpa per essersi tolto la vita, ero solo una ragazzina e non sapevo cosa sarebbe successo chiedendogli di vivere per me.
Adesso è libero…e credo di esserlo anche io.
Caro babbo,
da qui, in questa vita, su questa terra mi hai visto nascere, adesso so che da lassù mi guarderai crescere.
Ti voglio bene
Tua Figlia
Ma oggi attraverso il mio percorso fatto di fede, studio, tanto lavoro e pratica su me stessa mi sto ripulendo da tutte quelle ferite che ci portiamo dentro.
Alcune possiamo ricordarle, alcune provengono da molto lontano, oltre le porte del tempo.
Alcune ferite sono leggere, altre sono molto profonde.
Si formano delle memorie, credenze bloccanti, ci fanno vibrare nella paura, nella colpa, nella rabbia, nella vergogna, nell’odio e tutto questo ci porta a vivere una vita scarsa e infelice.
Tutte queste vibrazioni negative sono dentro di noi, inconsapevolmente ci portano a vivere una vita senza gioia, senza amore, senza coraggio, senza…..
E poi ci sono quelle ferite, che consciamente archiviamo nella nostra “Mente Occulta”, crediamo di dimenticarle, ma basta un solo evento, similare, che riapre quella ferita del passato e senza che noi possiamo farci niente, ritornerà a galla e esploderà fuori da noi senza nessun controllo.
Ma una cosa l’ho capita, nessuno si prende cura delle nostre ferite, solo dentro di noi possiamo trovare la forza per curarle.
Nessuno ha colpe, ognuno di Noi è responsabile al 100% della propria vita (di ogni fottuta cosa)
Nulla esiste fuori, tutto avviene dentro di ME ed è la grande scoperta che mi ha permesso di acquisire la responsabilità della mia vita e non la colpa.
E’ una linea così sottile ma che cambia OGNI COSA.
E quando sento che qualcosa mi fa male, guardo dentro me stessa e con tanto amore chiedo aiuto all’ Universo:
MI DISPIACE
TI PREGO PERDONAMI
GRAZIE
IO TI AMO
E così è
Con tanto affetto ed immensa gratitudine